Presentiamo in questo articolo un progetto di ricerca francofono su smart city, nuove tecnologie IT, Big Data e Artificial Intelligence.
TECHNOPOLICE è un progetto di ricerca autorganizzato sul territorio francese, un’osservatorio sulle nuove forme di controllo e meterologia del popolo, le nuove tecnologie come strumento di “gestione” dell’area metropolitana e di interazione col cittadino “utente/utonto”: la smart city.
Il manifesto è firmato da numerose sigle e aperto alla partecipazione. Il progetto si è dotato di una piattaforma web ben strutturata, limpida e funzionale dove portare avanti la ricerca e la mobilitazione.

Il Manifesto 

  Resistere alla sorveglianza totale delle nostre città e delle nostre vite 

  In tutto il territorio francese, la Smart City rivela il suo vero volto: quello della sorveglianza totale dello spazio urbano a fini di polizia. 
  A Tolosa, Valenciennes e Parigi, stiamo sperimentando una videosorveglianza ritenuta “intelligente” perché basata sull’elaborazione automatizzata di flussi video per imporre il riconoscimento facciale. 
A Saint-Étienne, una startup sta unendo le forze con il municipio per distribuire microfoni nelle aree urbane per avvisare la polizia in caso di rumore sospetto. 
  A Marsiglia,  Nizza, voraci industriali come Thalès o Engie stanno avanzando di pari passo con funzionari eletti per spingere i loro progetti “Città sicura”, una sorta di coltellino svizzero sicuro che va dal riconoscere le emozioni nello spazio pubblico urbano alla massiccia interconnessione di banche dati a fini di vigilanza previsionale, compresa la sorveglianza dei social network.
  Le nuove tecnologie IT come Big Data e Artificial Intelligence sono le pietre miliari di questi diversi progetti.  Sono quelli che dovrebbero dare un senso a tutti i dati che saremo in grado di produrre o raccogliere, stabilire correlazioni, effettuare controlli incrociati statistici, rintracciare individui o amministrare luoghi. 
  La Smart City rende quindi Technopolice il nostro futuro.  Con il pretesto di ottimizzazione e supporto decisionale, trasforma l’intera urbanità per renderla una vasta impresa di sorveglianza.  Prima la sorveglianza macroscopica, dedicata alla stretta gestione in tempo reale dei flussi di popolazione e merci, alla gestione centralizzata da un centro di comando iperconnesso.  Quindi, attento monitoraggio di individui e gruppi: non appena viene rilevato un comportamento “sospetto”, le forze dell’ordine saranno in grado di attaccarli, “prevenire la minaccia” e reprimere la minima violazione dell’ordine pubblico.  O, al contrario, premiare i cittadini ritenuti virtuosi.

E’ sufficiente guardare lo specchio che la storia o altre regioni del mondo ci tendono per sapere a cosa ci porta la Technopolice: rafforzamento delle forme di discriminazione e segregazione, museruola dei movimenti sociali e depoliticizzazione del spazio pubblico, automazione della polizia e negazione della giustizia, sempre più disumanizzazione delle relazioni sociali.  Tutto questo e altro, a scapito di un gigantesco spreco finanziario ed ecologico che servirà solo a rafforzare il potere dei mercanti della paura e a compensare il più a lungo possibile l’inettitudine delle loro politiche. 
  I tecnocrati scommettono quindi sul Piano e sulla Macchina per regolare le nostre città e le nostre vite.  Al posto della polis intesa come città democratica, come spazio pluralista, luogo di vagabondaggio, incontri estemporanei e confronto con l’alterità, hanno posto la città sotto controllo.  La tecnopolizia sembra una gigantesca provetta in cui possono essere sviluppate le forme più avanzate di controllo sociale. 
  Contro questa distopia che stanno preparando coloro che fingono di governarci, chiediamo una resistenza sistematica.